

Ho iniziato a udire il suono dello shakuhachi grazie a un bellissimo disco di Tony Scott, uno dei più grandi clarinettisti jazz della storia. Questo disco si chiama “Music For Zen Meditation“, qui il grande Tony duetta con Hozan Yamamoto un vero e proprio mito dello shakuhachi.
Ho sempre desiderato imparare a suonare un flauto ma nessuno riusciva ad appagarmi emotivamente, fin ché appunto non mi sono imbattuto in questo album, dove udivo un suono così paradossale da lasciarmi meravigliato, da questo semplice flauto di bambù fuoriuscivano note taglienti ma anche soavi, acute e intense ma al contempo basse e gravi, pulite e allo stesso modo sporche e distorte. Ed è proprio questo che mi ha colpito dello shakuhachi, ovvero la sua incredibile versatilità e il suo potenziale così vasto e dettagliato che permette di tradurre in modo autentico le emozioni del suonatore.
Ho imparato prevalentemente da auto-didatta anche se ora continuo a perfezionare il mio stile studiando insieme all’unico maestro certificato d’Italia ossia Fiore De Mattia. Ma quello che amo di più è suonare nella natura con intorno i suoi suoni che accompagnano le note del mio flauto. Inoltre cerco di studiare ascoltando i migliori suonatori di shakuhachi che preferisco come Kaoru Kakizakai, Katsuya Yokoyama, Kohachiro Miyata, Watazumi Doso, Kinya Sogawa e molti altri che non finiscono mai di ispirarmi! Infine suono musica Honkyoku in concerti solisti o raduni di meditazione ma anche blues e Jazz in vari contesti.

