Honkyoku

Partitura di Hon Shirabe

本曲 HONKYOKU DISPONIBILI (su richiesta)

-Tamuke -手向
-Daha 打波 (Pounding Wave)
-心月 Shingetsu
-Hon Shirabe 本調
-阿字観 Ajikan (Varie versioni)
-下り葉 Sagari-ha
– 心夜 Shin’ya
-Tsuru No Sugomori 鶴の巣龍 (Miyata e Yokoyama version)
-三谷 San-ya (three Valley)
-山谷 Sanya (Mountain Valley)
-三谷菅垣 Sanya Sugagaki
-息観 Sokkan
-Tori Kadozuke Hachigaeshi 通里・門附・鉢返し
-Oshu Sashi (Aoki Reibo version)
-Shika No Tone 鹿の遠音
– 虚空 Koku
– Takiochi 滝落 e Tachiotoshi
– 山越 Yamagoe 山越
– Kyorei 虚鈴
– 根笹 調 Nezasa Shirabe
– Shoganken Reibo 松巌軒鈴慕
– Murasaki Reibo 紫鈴慕
– Reibo 鈴慕
– Kyushu Reibo
– Akita Sugagaki 秋田菅垣
– Ukigumo 浮雲
– Sanson No Yugure
– Choshi 調子
– 産安 San’an
– Kumoi Jishi 雲井獅子
– Azuma no Kyoku 吾妻之曲
– Tsuki Moon 月
– Kyo No Yo 京の夜 (Ono Ranzan version)
– 吾妻獅子 Azuma Jishi
– Komuso Nagashi

BRANI MODERNI E FOLK

– 胡笳の歌 Koka No Uta

– Kariboshikiri Uta

– 心夜 Shin’ya (Riley Lee song)

– Hanagasa Ondo (Trad)

– Defune (Trad)

– ひとみ Hitomi

– Kojo No Tsuki 荒城の月 (Trad.)

– Otachi Zake お立ち酒 (Trad)

– Notte d’inverno 冬の夜に 尺八 (Miyata)

– Jogashima No Ame 城ケ島の雨

– Tsugaru Yama Uta 津軽山唄 (Trad)

– Sakura Sakura (Trad)

– Nambu Ushioi Uta (Trad)

– Itsuki No Komoriuta (Trad)

– Takeda no Komoriuta (Trad)

– Komoro Uma Uta (Trad)

– Sotoyama Bushi (Trad)

– Kaigara Bushi (Trad)

– Haru No Umi

– Tokachi Una Uta (Trad)

– Esashi Oiwake (Trad)

– Mogamigawa Funauta (Trad)

– Ku 空 (Dozan Fujiwara)

– Ichijo – Kineya Seiho 一定 – 杵屋正邦作

– Yoru No Uta (Hisamoto Genchi)

– Tsukiyo No Kenshi 月夜の剣士

– Tsuki No Sabaku 月の沙漠

– Shimabara no komoriuta 島原の子守唄

BRANI scritti da FUKUDA RANDO

– kikyou Gensokyoku
– Seiya Kyoku
– Tsubaki Saku Mura 椿咲く村
– Tsukikusa no yume 月草の夢
– Yugure Gensoukyoku 夕暮れ幻想曲
– Miyama Higurashi 深山ひぐらし
– Otome Gokoro
– Gekkou Routeki 月光弄笛
– Tabibito No Uta 旅人の唄
– Mugibue No Koro
– Fuefuki Doji

Ecco una mia personale trascrizione che voglio condividere con te! In fondo puoi trovare anche la video lezione gratuita!

Honkyoku significa “brani originali”, sono composizioni per il flauto shakuhachi che furono scritte da una setta di monaci giapponesi Komusõ per essere suonate in meditazione soffiata, o anche detta “Suizen”. I monaci Komusõ erano ex samurai e formarono la setta Fuke del buddismo zen, rendendo il suizen la loro principale pratica meditativa.  La maggior parte degli honkyoku conosciuti oggi sono stati composti da questi monaci nel periodo Edo tra l’anno 1603 e il 1868.  Durante il periodo Meiji, nel 1868, il governo giapponese distrusse tutti i templi conosciuti della Setta Fuke nel tentativo di liberare il Giappone dal buddismo e vietò ai monaci komusõ di praticare il suizen.  Più tardi, il governo giapponese acconsentì a permettere l’uso dello shakuhachi come strumento secolare e alla fine, quando fu nuovamente consentito praticare il buddismo, la meravigliosa melodia dell’honkyoku riemerse.  Fortunatamente, molti honkyoku sono sopravvissuti e sono stati tramandati attraverso vari lignaggi e raccolte nei templi.  Sfortunatamente, l’enfasi meditativa del suizen è diminuita mentre i concetti musicali occidentali e il virtuosismo tecnico sono aumentati di valore, ma questo ovviamente varia da persona a persona.

Oggi ci sono un certo numero di scuole differenti o stili di suonare lo shakuhachi, ciascuna con la propria collezione di brani honkyoku.  Alcuni honkyoku vengono suonati in più di una scuola, e in questi casi ci sono spesso alcune modifiche alle composizioni e al modo in cui vengono eseguite.  La struttura degli Honkyoku si adatta perfettamente alla meditazione suizen poiché non ha ritmo né vera e propria melodia ed è costituita da singole frasi, ciascuna della durata di un’espirazione.  Le frasi sono collegate da momenti di silenzio e la qualità di quel silenzio è molto importante quanto le frasi stesse.  Questa struttura consente al praticante di concentrarsi sul respiro, sulla purezza del tono, sul silenzio e, infine, sulla pura percezione del l’attimo presente.

Quasi tutti gli honkyoku per essere composti traggono ispirazione dalla natura tanto amata e importante per lo spirito orientale, infatti vi sono brani come “Sagari Ha” che è stato composto traendo ispirazione dalle foglie autunnali che con brevi e inafferabili balletti fluttuanti si separa dall’albero, oppure il brano “Daha” che emula la potenza, il rumore e la duttilità dell’acqua che si frange tra gli scogli. Anche il famoso “Shika No Tone” richiama al verso di due cervi che si lamentano per la lontananza, o anche “Tsuru No Sugomori” che vuole emulare il verso di un airone in pieno amore.

Gli honkyoku sono scritti usando l’alfabeto katakana giapponese. Ogni “nota” rappresenta una certa diteggiatura sullo strumento. Ad esempio, il carattere ro corrisponde a coprire tutti i fori con le dita e il carattere tsu corrisponde a coprire tutti i fori tranne l’ultimo. I diesis e i bemolle sono indicati con un piccolo carattere accanto alla nota principale. La lunghezza relativa di una nota in una data frase è indicata da una linea tracciata verso il basso dalla nota stessa. Se non c’è linea, la nota deve essere suonata brevemente. Se è presente una linea, la nota deve essere estesa. Poiché ogni frase è destinata a durare un’espirazione completa, le note scritte per una frase vengono divise proporzionalmente in base alla lunghezza dell’espirazione. Ogni frase è quindi respiro viene separato da una linea o un cerchio. Anche se la musica honkyoku scritta può sembrare intimidatoria a prima vista per qualcuno che non ha familiarità con il katakana, a mio parere è molto più facile da leggere rispetto alla notazione occidentale. La notazione honkyoku è molto visiva e imparare a leggerla da zero e meno difficile di quanto possa sembrare.

Free Video lesson of a beautiful zen Song!