
ECCO IL LIBRO CHE STAVI CERCANDO!!
Zen blues – “Dal sacro al profano” è un saggio che racchiude ed eviscera le mie due più grandi passioni quella del Blues e quella dello Zen in tutte le loro sfumature.
Il libro è disponibile in versione cartacea e digitale in tutti questi store:
http://www.youcanprint.it
http://www.mondadoristore.it
http://www.ibs.it
http://www.libreriauniversitaria.it
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Questo è un libro semplice che offre una visione unificata tra spirito e corpo, prendendo come termine di paragone il Blues lo Zen, due stili di vita in apparenza dissonanti, ma che possono diventare molto simili se esaminati in profondità. In questo libro il tentativo dello scrittore è quello di abbattere il confine tra la spiritualità e la materia offrendo nuovi spunti di vista, spunti di riflessione e storie che aiuteranno il lettore a ritrovare la propria unicità. Un piccolo omaggio all’arte nelle sue varie forme, dedicato sia a chi è appassionato della musica Blues come dello stile Zen, per chi è musicista oppure solo per chi sta tentando di trovare la propria strada fra la frenetica vita di tutti i giorni.
“… il Blues accade anche quando ti piace una ragazza e le dai un bacio; semplicemente perché sentivi quel impulso, a costo di prenderti anche uno schiaffone, o se va bene… Nel blues come nello zen devi rischiare!”

Un saggio intimo, profondo, leggero, poetico, divertente e utile per tutti coloro che vogliono passare un po’ di tempo in compagnia di un buon libro, per chi è appassionato di musica o di spiritualità, o per coloro che stanno cercando spunti e consigli su come vivere meglio la vita di tutti i giorni.
RECENSIONE SULLA RIVISTA “IL BLUES”
(a cura di Sara Bao)
Lo scorso settembre Giorgio Pinna, noto armonicista e profondo appassionato di ogni forma artistica, ha edito “Zen Blues”, un’auto-pubblicazione dedicata a tutti gli appassionati di Blues, ma anche a coloro che si interessano di meditazione e stili di vita orientali. Questo libro indaga il Blues, inteso come radice della musica e lo Zen, inteso come radice della spiritualità due ambiti apparentemente opposti messi sotto la lente d’ingrandimento e analizzati attraverso una visione che unifica spirito e corpo, sgretolando qualsiasi barriera tra materia e spirito.
I primi due capitoli trattano separatamente nozioni base dl Blues e di Zen per calare nell’argomento anche il lettore più acerbo. Man mano che ci si addentra nella lettura, i due temi cominciano a mescolarsi, in un blend perfetto di bourbon Blues e delicata menta Zen per un Mint Julep che aiuta chi legge a ritrovare la propria unicità. Molto interessante è il continuo spostamento da un punto di vista ad un altro per cercare di scardinare le certezze del lettore e far SÌ che si ponga domande e metta in dubbio ci che già crede di conosce re. «Lo Zen», scrive Pinna, «è come un processo di dis-apprendimento, che ha come obiettivo quello di liberare l’uomo dai condizionamenti mentali, dalle repressioni, dai pregiudizi, dagli attaccamenti, dalle aspettative e da tutte quelle cose che intossicano la nostra esistenza rendendola misera e non appagante». Ecco che immediatamente emerge l’importanza di improvvisare, di fare conoscenza diretta e di agire senza speculare troppo o pensare alle conseguenze. Bluesman e maestro Zen fanno esperienze molto simili pur agendo in ambiti apparentemente diversi e lontani tra loro. Entrambi, ad esempio, vivono la catarsi, uno suonando, l’altro meditando e tutti e due improvvisano, non pianificano, svuotano la loro mente per vivere al meglio nel presente. Questi sono solo alcuni dei binari comuni che percorrono coloro che si affidano al Blues o allo Zen e, proseguendo la lettura, vi accorgerete che le similarità sono molte altre.
Altro punto a favore di questo libro è la costante citazione di musicisti, poeti, artisti legati al mondo del Blues e dello Zen. Nel capitolo ‘l_o Haiku e le tre note” Pinna spiega l’arte della composizione poetica giapponese dell’Haiku, riportando anche qualche esempio per rendere più vivida l’esperienza di chi legge. II lettore non resta solo tale, ma s’immedesima in altre “pelli” vivendo momentaneamente dentro la testa del maestro Zen, nella spavalderia del giovane discepolo o, ancora, nell’animo fiammeggiante di un bluesman_ Con il capitolo riguardante l’Haiku, cominciamo a ragionare per sottrazione, “leggendo per immagini” Chiunque fosse a digiuno di Zen o Blues potrebbe dire che le rade parole dl cui sono composte queste brevi poesie e le tre note del Blues sono troppo poche per fare un discorso sensato. Dopo aver letto queste pagine e iniziato a mutare il proprio punto di vista lasciandolo libero di vagare dove meglio crede, è improvvisamente lampante e nitido come gli Haiku e i giri standard del Blues dicano molto di più di quello di cui sono formati. Blues e Zen aderiscono ad una sorta di “psicologia della Gestalt’ con il motto “il tutto è diverso della somma delle singole parti” le poche parole delle composizioni poetiche giapponesi e le tre note del Blues scatenano nel lettore e nell’ascoltatore un panorama molto più ampio di immagini e suoni che gli trasmettono un messaggio più profondo e illuminante.
Zen Blues è connesso alla corrente psicologica della Gestalt anche per un altro paio di motivi che ricorrono all’interno delle sue pagine. Uno è quello dell’importanza dell’errore e un altro è la “lotta” alle gratificazioni sociali. Pinna sottolinea come sia importante sbagliare per potersi migliorare in continuazione e, nel Blues, imparare a sfruttare gli errori a proprio vantaggio ricamandoci su e improvvisando. Proprio su questo punto c’è un capitolo dedicato all’improvvisazione e all’eterna lotta tra mente e cuore, la prima legata a ferrei ragionamenti, scopi precisi, guadagnl e conquiste, mentre il secondo affiliato a libertà, ribellione, spirito creativo e originalità. Come scrive Pinna: ‘Per il Blues, come per lo Zen, ci vuole sentimento, non pensiero, ci vuole cuore, non cervello”. Nel Blues, come nello Zen, è fondamentale scrollarsi di dosso gli automatismi per correre a briglia sciolta verso una chiara visione dei propri sentimenti, in un equilibrio armonico perfetto per suonare e vivere in modo più sincero possibile.
Inoltre l’autore aggiunge: «Grazie al condizionamento che questa società moderna ci ha trasmesso, ovvero che la maggior parte delle cose che facciamo sia basata sul profitto e sulla competizione, ci siamo abituati e ci sentiamo in dovere di affermare che tutto debba avere una causa e un fine». Le gratificazioni sociali sono nocive per il nostro percorso di vita perché a causa di esse viviamo proiettati sulla competizione e mai sulla condivisione. Quest’ultima è di fondamentale importanza per poter crescere in modo costruttivo, per mantenere accesa la fiamma della curiosità e vivere la vita sopra una sorta di tapis roulant che, positivamente, non ti fa mai sentire arrivato a nessun traguardo.
Nel settimo capitolo troviamo una delle puntualizzazioni più intriganti del libro: l’importanza del silenzio. ln queste pagine Pinna fa un paragone tra le pennellate centellinate nei dipinti del pittore e monaco Zen Sesshü Tôyô e l’importanza dei silenzi e delle pause nel Blues. Forma e vuoto, suono e silenzio, Yin e Yang_ Ognuna di queste coppie si bilancia in un equilibrio perfetto e se si esagera con uno dei due fattori il prodotto finale, che sia la musica, la pittura o la vita stessa, risulterà fuori asse e disarmonico. “Blues ln My Sleep” di James Cotton, “Dark Was The Night, Cold Was The Ground” di Blind Willie Johnson vengono citati come esempi per evidenziare come, in questi brani, le pause e i silenzi siano quasi più importanti dei suoni, diventando essi stessi emozione in un perfetto equilibrio di forme sonore e di vuoti.
Proseguendo la lettura possiamo apprezzare come viene data rilevanza all’atto dell’ascolto, un’azione che sempre più spesso tendiamo a fare superficialmente o a non fare proprio. Si chiacchiera con qualcuno e si ascolta senza prestare reale attenzione quando invece, in ogni situazione, bisognerebbe coltivare la cosiddetta “mente di principiante”: nessuna presunzione e un sacco dl spazio vuoto da riempire, un limbo da colmare con un’attitudine curiosa e affamata di sapere.
Awicinandoci verso la conclusione del libro incontriamo un capitolo riguardante il ritmo del respiro, cosa fondamentale sia per un armonicista che per coloro che praticano lo Zen. «Nell’armonica c’è la danza della vita a tutti gli effetti» scrive Pinna e sottolinea come questa semplice azione di inspirare ed espirare sia la base per una naturale pace interiore, eccellente sistema di risveglio nel qui e ora per l’osservazione e la gestione delle emozioni.
Zen Blues si conclude con un Sutra scritto dall’autore che lascia il lettore con l’attenzione focalizzata sul respiro: proprio girando l’ultima pagina ci accorgiamo come, inconsciamente, seguendo i consigli di Pinna, ci siamo calati in uno stato si rilassatezza totale e benessere mentale, in una naturale e meditativa conclusione della lettura
Zen Blues è monologo improvvisato, come lo definisce lo stesso Pinna, una sorta di esperimento che vuole introdurre chi legge alle due arti affini dello Zen e del Blues. Con un’attitudine provocatoria, il libro stimola la riflessione ed è uno sperone che sollecita a guardare la vita da punti di vista diversi: l’arte orientale dello Zen e quella occidentale del Blues s’incastrano perfettamente una nell’altra in un puzzle sonoromeditativo intrigante e coinvolgente.
